Bellinzonese

Un artigiano dei motori in pista

Giuseppe Pironaci, 54enne garagista di Osogna, ha costruito da sé un’auto da gara, smontando un modello tradizionale. Ora sogna la Formula Uno

19 febbraio 2018
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Prendete un’auto ‘normale’ in commercio. Immaginate di smontarla, pezzo dopo pezzo, da cima a fondo, e poi di ricomporla, togliendo le componenti dell’abitacolo per far spazio alla gabbia di rinforzo, sostituendo il motore con uno da corsa, cambio e differenziale con versioni più elaborate, come le sospensioni e tutte le componenti: tutte sportive. Immaginate ora un uomo, chino nella propria officina sullo stesso motore per un paio di anni, sfruttando i ritagli di tempo che gli concede il suo garage di Osogna; che quando scende in pista e sente il rombo del suo bolide dimentica tutto, anche l’anagrafe (classe 1964), e dice di sentirsi un bambino. Prendete tutto ciò e avrete un’idea di Giuseppe Pironaci. ‘Piro’, il suo nome di battaglia, gira l’Europa con la locale ‘Squadra corse Quadrifoglio’ da 15 anni, collezionando podi di categoria nei circuiti della Germania, Francia, Belgio e Italia: Hockenheim, Magny-Cours, Dijon, Zolder, Spa e ancora Varano e Misano.

«L’obiettivo dell’hobbista è di portare a casa la macchina intatta. Non si va mai al limite, anche perché il budget a nostra disposizione è davvero limitato», ci racconta il nostro interlocutore. Il valore aggiunto, alla performance in pista, è il gruppo. Nella stessa scuderia, nata una ventina di anni or sono, troviamo, con Pironaci, Vincenzo Cencini, Albino Mazzaro, Jean-Michel Cettou e Flavio Lompa: i suoi compagni di circuito. In un anno effettuano cinque trasferte, un’occasione per stare in compagnia nell’arco di più giorni... «Di lavoro», interviene lui.

Gli ingredienti sono l’amicizia, la voglia di divertirsi ma anche, certo, la maturità: forse qui quella data di nascita, altrimenti portatrice degli inevitabili acciacchi, può essere di aiuto. La categoria è quella delle auto da turismo, siamo sopra i 300 cavalli di potenza. Il nostro interlocutore ci è arrivato dopo la gavetta coi go-kart dai 19 ai 30 anni, trampolino per il passaggio alla cosiddetta ‘formula rally’, coi prototipi di Mini; fino alle auto da turismo.

‘L’ambizione, quando si gareggia è quella di divertirsi. L’hobbista pensa a non danneggiare l’auto’

Una passione quella dei motori che, sentendo Pironaci – cui piace l’etichetta che gli affibbiamo di ‘artigiano dell’auto’ – rispecchia una filosofia di vita. «Non amo gli sprechi, sono contro l’usa e getta. Sì, forse è anche una forma di rispetto, per le macchine che lavoriamo». Capita così, continua il nostro interlocutore, che quando si è alla ricerca di un pezzo e non si trova, lo si fabbrica da sé, adattando componenti che ci si trova tra le mani. L’emozione della pista è anche questo: provare regolazioni, testare personalmente accorgimenti e innovazioni studiati nel proprio atelier; invero il luogo di lavoro di tutti i giorni.

Brutti ricordi in gara? «Nulla di grave, non mi è mai capitato di assistere a un incidente mortale», rassicura ripercorrendo i 35 anni di corse. «Solo qualche sportellata o fuori pista», quel pizzico che basta per stimolare la produzione di adrenalina. Il segreto, come sempre, è mantenere i nervi saldi, stare tranquillo, per tutta la durata della corsa (mezzora, ndr). I suoi palmarès, una sfilza di primi posti di categoria, non sono in mostra nel garage di Osogna. Un sogno? «Mettersi al volante di una Formula uno». E il rally? «No, preferisco la guida pulita, le traiettorie scelte con cura, in pista». Ambizioni per la propria attività di garagista? Pironaci crede sia tempo di aggiornarsi, attrezzarsi alle tecnologie meno inquinanti: le auto ibride, elettriche o a idrogeno.

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