Bellinzonese

Futuro Officine: investimento da 360 milioni. A Bellinzona sito tecnologico con aziende innovative. Insorge l'Mps

(Gabriele Putzu)
11 dicembre 2017
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Una nuova officina all'avanguardia nel Bellinzonese – la più moderna di tutta Europa – con inizialmente 200-230 posti di lavoro e, al posto del sito attuale, un parco tecnologico con aziende e start up innovative che creino centinaia di posti di lavoro. Costo dell'operazione: 360 milioni di franchi, di cui 120 finanziati da Cantone e Città di Bellinzona. Sessanta milioni il contributo della Confederazione. Questo il contenuto della lettera contenente una dichiarazione d'intenti firmata stamattina da Cantone, Città e Ffs, presentata in occasione della conferenza stampa congiunta svoltasi stamani nell'aula del Gran Consiglio a Palazzo delle Orsoline. "In questo modo gettiamo le basi per il futuro della presenza industriale delle Ffs in Ticino (un'alternativa era la chiusura tout court, ndr.) ma anche per il mantenimento di posti di lavoro qualificati", ha sottolineato il consigliere di Stato Christian Vitta.

Al posto delle Officine aziende, appartamenti, spazi pubblici

Il contributo di Cantone (100 milioni) e Città (20) servirà in particolare per l'acquisto di circa 60mila metri quadrati, ovvero oltre la metà del semine delle attuali officine. Di questi, 45mila metri quadrati ospiteranno contenuti come detto tecnologici e circa 15mila metri quadrati saranno composti da strade, piazze e altre superfici a uso pubblico. Il resto del terreno rimarrà di proprietà delle Ffs: si tratterà di una zona mista con una parte residenziale, amministrativa, con servizi di prossimità e spazi pubblici. "Non potranno venire realizzati centri commerciali di grandi dimensioni", ha sottolineato il municipale di Bellinzona Simone Gianini illustrando le prossime tappe della pianificazione, che sarà di competenza della Città. Come ha spiegato il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, "per la prima volta in Ticino si presenta la possibilità di poter progettare praticamente da zero un intero comparto". Ciò verrà tradotto anche in un'intera riqualifica di tutta la parte nord di Bellinzona, ha aggiunto il ministro Zali. Il progetto presentato oggi non è stato pensato in ottica di speculazione edilizia: lo hanno assicurato oggi sia i rappresentanti del Cantone che quelli della Città. 

Andrea Meyer: 'Nessun licenziamento'

Quanto sostenuto dalle Ffs negli scorsi mesi è stato ribadito più volte oggi dal Ceo delle Ferrovie Andreas Meyer. "Non ci saranno licenziamenti", ha assicurato, spiegando che entro il 2026 sono previsti 90 pensionamenti “naturali”. Il Ceo ha inoltre aggiunto che le Ffs investiranno 8 milioni per la riqualifica dei dipendenti e per eventuali prepensionamenti che si renderanno necessari. Anche nella dichiarazione d'intenti, ha dichiarato il sindaco Mario Branda, è stata messa nero su bianco la richiesta di non effettuare licenziamenti tra le maestranze. Il numero dei dipendenti è però destinato a scendere, stando ai numeri forniti oggi (che già erano trapelati negli scorsi mesi). Calcolando che attualmente vi lavorano oltre 400 persone e le nuove Officine ne prevedono 200, si tratta in effetti di un dimezzamento.

Dove e cosa nelle nuove Officine? Maestranze deluse

Sulla futura ubicazione non sono state date oggi indicazioni ufficiali. Meyer ha spiegato che in lizza ci sono ancora più location e ha citato Arbedo-Castione ma anche Biasca e Bodio (a tal proposito proprio domani è in programma una conferenza stampa indetta dai Comuni della Bassa Leventina per proporre il sito dell'ex Monteforno situata a Giornico-Bodio quale luogo ideale per le nuove Officine) e ha anche spiegato che saranno necessari circa 100mila metri quadrati di terreno. Certezze, che hanno subito fatto storcere il naso alle maestranze presenti in sala, sono invece state date sui contenuti. I nuovissimi convogli Giruno, attualmente in fase di realizzazione, verranno trattati proprio nel nuovo stabilimento nel Bellinzonese, così come i treni ETR 610 e la flotta regionale Tilo. Non verranno invece più fatti interventi sui carri merci. E proprio su questo punto il presidente della Commissione del personale delle Officine Ivan Cozzaglio, parte per esprimere una reazione delusa al progetto presentato oggi. Ci dichiara infatti: "Puntavamo sul mantenimento degli attuali posti di lavoro e delle attuali attività. La manutenzione dei Giruno doveva essere un valore aggiunto, non un'attività sostituiva". Per discutere di quanto appreso oggi, le maestranze intendono convocare un'assemblea con i gli operai domani mattina.

Mps: “Pietose e rivoltanti bugie”

Il primo a reagire è il Movimento per il socialismo (Mps): “La conferenza stampa di oggi ha confermato le intenzioni delle FFS di far morire a poco a poco l’attuale struttura, in particolare per quel che riguarda le garanzie occupazionali e i volumi di attività”. Nel 2008 le Ffs “hanno dovuto arrendersi di fronte alla mobilitazione popolare, ma anche di fronte all’intelligenza operaia che si è manifestata in tutta la sua potenza. Una parte importante di questa intelligenza si è poi concentrata nello sforzo per tentare di dare continuità produttiva all’Officina, nel quadro di una visione rinnovata e aperta al futuro del settore. Una prospettiva emersa anche dallo studio realizzato dalla Supsi su mandato, oltre che dei lavoratori dell’Officina, anche del governo cantonale e delle stesse Ffs, nei quali si conferma che i settori tradizionali di attività dell’Officina così come la tecnica ferroviaria più generale, rappresentano un mercato in grande espansione, che aprirebbe grandi opportunità per una struttura con la posizione, le conoscenze e l’esperienza dell’Officina”.

Questa scelta – sostiene l'Mps – sarebbe ancora oggi possibile: “Nessuno l’ha smentita e le dichiarazioni delle Ffs non sono altro che pietose e rivoltanti bugie (il presunto declino delle attività di revisione dei carri altro non è che il frutto della loro precisa politica di far mancare l’aria, cioè i volumi di lavoro all’Officina e nulla ha a che vedere con l’evoluzione del settore”. L’Mps conclude ribadendo di voler contrastare a livello politico quanto contenuto nella dichiarazione d’intenti man mano che dovesse concretizzarsi in scelte e decisioni politiche istituzionali. E sosterrà i lavoratori dell’Officina in tutto quanto vorranno e potranno intraprendere per opporsi alla prospettiva indicata “dalle Ffs e da coloro che oggi si sono ancora una volta, e definitivamente, genuflessi di fronte a un’azienda che di pubblico non ha più nulla”. Il dito è puntato contro Plr, Ps e Lega.

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