Bellinzonese

Zali in Riviera: valle martoriata

Un problema di tutt
15 giugno 2016
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Come sono stabiliti i tracciati delle linee, quali possibilità di un loro interramento? Molte questioni sollevate alla prima assemblea di lunedì a Lodrino.

Vuole contare di più l’Associazione dei proprietari di immobili attraversati da elettrodotti (Piae). Lunedì sera a Lodrino, alla prima assemblea dalla propria costituzione, un primo obiettivo è stato raggiunto. Il consigliere di Stato Claudio Zali, tra i partecipanti col suo collaboratore Luca Veronese, ha spronato comitato e soci a perseguire gli scopi prefissati: «È un bene – ha esordito il direttore del Dipartimento del territorio – che ci sia un’associazione come la vostra. Non ci deve essere rassegnazione. Vi invito a continuare nel vostro impegno, ad avere consapevolezza dei vostri mezzi, in modo da essere coinvolti nelle procedure decisionali, con petizioni o raccolta dati: troverete un valido interlocutore nel Dipartimento del territorio». Zali, collegandosi al tema dell’elettrosmog dovuto alla proliferazione di antenne di telefonia mobile, ha manifestato sensibilità verso la problematica delle radiazioni non ionizzanti (nel caso specifico ad alto voltaggio e a bassa frequenza) e verso le conseguenze sulla salute delle persone. «Quando arrivo in Riviera – ha affermato il direttore del Dt – sono colpito dalle infrastrutture destinate al trasporto di energia, un numero di elettrodotti che non può che apparire sproporzionato». Parole accolte con soddisfazione, e non poteva essere altrimenti, dal presidente Elvio Bernardi e da tutto il comitato della Piae. Bernardi ha fatto il punto su un incontro avuto di recente con i rappresentati di Swissgrid. Incontro che, da quanto emerso dalla sua relazione tenuta nella sala patriziale, ha avuto esiti positivi, per la disponibilità all’ascolto e per la trasparenza di cui ha dato prova la società nazionale proprietaria della rete di trasmissione.
Nel corso dell’assemblea, che voleva fare il punto su quanto fatto nel primo anno di esistenza della Piae, i soci hanno avuto l’occasione di porre varie questioni, a dimostrazione del senso e dello scopo stesso dell’associazione. Si è quindi discusso dei criteri presi in considerazione nella scelta dei tracciati delle linee, del loro interramento e dei relativi costi (almeno il 10 per cento in più) e delle possibilità (poche a dire il vero) che l’autorità intervenga a imporlo; dei problemi che possono insorgere se viene aumentata a posteriori la tensione dell’elettricità (rimettendo in discussione accordi già presi) e di tutta una serie di questioni che toccano in primo piano chi ha accettato, in passato, che i propri terreni fossero solcati da tralicci e altri manufatti destinati al trasporto di energia elettrica, senza dimenticare i rischi sulla salute di un’esposizione alle onde elettromagnetiche, con consigli di prodotti sviluppati da aziende specializzate nella prevenzione e riduzione dei danni da esposizione permanente a elettrosmog. «Stiamo parlando di problemi – ha evidenziato Bernardi – che riguardano tutti, non solo chi si vede passare l’elettrodotto sopra il tetto di casa propria. Vogliamo evitare che ci possano essere situazioni al limite del sopportabile». Il presidente ha rimandato l’appuntamento con i soci a una prossima serata per fare il punto sui risultati concreti, al momento ancora eventuali, ottenuti nelle discussioni con Swissgrid. Perché il manico del coltello è ad ogni modo dalla loro parte. Zali ha da ultimo insistito sulle necessità di un riordino delle linee nel Sopraceneri. «Anche in questo senso credo sia un bene la vostra presenza qui questa sera», ha affermato congedandosi dalla sala.

 

Leventina e Riviera

Studio di riordino delle reti ad altissima e alta tensione e servitù

Ridurre del 30 per cento i tracciati dei grandi elettrodotti, con una tensione altissima da 220 a 380 kV (kilovolt), immaginabili come autostrade che incidono sul fondovalle, ma che servono interessi internazionali nel trasporto di energia. Un obiettivo cui sta lavorando uno studio di Swissgrid illustrato per sommi capi da Elvio Bernardi durante la prima assemblea dell’Associazione dei proprietari di immobili attraversati da elettrodotti da lui presieduta (vedi articolo sopra). Fra i tratti ticinesi ad altissima tensione presi in considerazione dalla ricerca – avviata nel 2013 con Cantone, Aet e Ffs – la Valle Bedretto e la Leventina (da Lavorgo) e il comparto Vallemaggia e Locarnese da Magadino, con suggestioni per il riordino degli elettrodotti presenti. Per l’Alta Leventina si ipotizza l’eliminazione definitiva della linea ad altissima tensione esistente tra Airolo e Lavorgo. Un primo risultato, cui se ne potrebbe sommare un secondo, con gli approfondimenti relativi a una seconda tappa dello studio, che tocca anche le linee ad alta tensione della Bassa Leventina, Valle di Blenio, Riviera e, sempre nella nostra regione, della Mesolcina fino a Soazza. L’alta tensione può essere intesa, restando in metafora, come strade cantonali (interregionali) che rispondono alle esigenze dei residenti (da 50 fino a 150 kV), diversamente dalle altre parti della rete di trasporto svizzera: tratti regionali o locali (da 10 a 35 kV) e di servizio (400/230 V). L’orizzonte temporale da prevedere per questi altri approfondimenti, riguardanti le linee ad alta tensione, è il periodo settembre 2016/2017, cui seguirà l’implementazione delle varianti, da stabilire in funzione delle soluzioni scaturite. Illustrando gli scenari futuri si è parlato dei contratti di servitù, necessari per la costruzione e la manutenzione di una linea, che possono avvenire per contratto o per decisione giudiziaria (procedura di espropriazione), e che regolano i rispettivi diritti e doveri (disbosco, accessi e indennità). Occasione in sala per rammentare ai proprietari le possibilità di far valere le proprie pretese, poiché – è stato chiarito – creare una servitù non significa ‘cementificare’ un tracciato e non preclude la ricerca di soluzioni nuove.

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