Alla vigilia nessuno l'aveva previsto. Nemmeno lo stesso Marco Chiesa, che oggi era fuori Cantone e si è dovuto presentare davanti alle telecamere in felpa e maglietta. «Perdonate l'abbigliamento, ma non pensavo di dover passare da qui», si è scusato con i colleghi della Rsi. Già perché in un quadro politico sostanzialmente stabile, dove la distribuzione partitica dei seggi all'interno della deputazione ticinese al Consiglio nazionale non è sostanzialmente cambiata, l'unica vera sorpresa l'ha fatta lui, battendo per 762 voti l'uscente Pierre Rusconi, soffiandogli così il posto a Berna.
Come detto, la deputazione ticinese al Nazionale rimane per il resto invariata. Saranno quindi Giovanni Merlini (Plr, 35'236 voti), Ignazio Cassis (Plr, 31'183), Marco Romano (Ppd, 33'029), Fabio Regazzi (Ppd, 30'794), Lorenzo Quadri (Lega, 35'245 - il più votato), Roberta Pantani (Lega, 28'737) e Marina Carobbio (Ps, 26'960) a rappresentare, assieme a Chiesa (17'263 voti), il Ticino alla Camera bassa.
Nessun eletto al primo turno invece per la corsa agli Stati. Primo Filippo Lombardi (Ppd) con 43'897 (38.24%), secondo Fabio Abate (40'504, 35.28) e terzo il leghista Battista Ghiggia (36'307, 31.63%). Seguono Roberto Malacrida (23'030, 20.06%), Sergio Savoia (14'412, 12.55%), Germano Mattei (6'838, 5.96%) e Demis Fumasoli (4'623, 4.03%). Si andrà quindi al ballottaggio il 15 novembre prossimo.
Dal punto di vista delle formazioni politiche, il primo partito in Ticino è il Plr, che ha ottenuto il 23.73% delle preferenze (meno un punto percentuale). Al netto delle congiunzioni seguono la Lega, con il 21.68% delle preferenze, il Ppd (18,25%), il Ps (14,91%) e l'Udc (10,75). Tonfo per i Verdi, che raccolgono solo il 3,53%, poco più della metà di quattro anni or sono.
Sul piano nazionale, per gli Stati, il Plr strappa un seggio ciascuno a Ppd e Pvl, partito che rischia di scomparire dal Consiglio degli Stati, mentre il Ps di Zurigo torna ad avere una poltrona dopo 32 anni. Questi gli avvenimenti salienti dell’elezione odierna alla Camera dei Cantoni, che non apporta finora grandi cambiamenti.
Per un bilancio definitivo bisogna attendere l’esito dei 12 ballottaggi in agenda nelle prossime settimane: gli ultimi sono previsti ad Argovia e Zurigo il 22 novembre. Per partito, i risultati parziali sono i seguenti: 8 seggi al Plr (+2), 7 al Ppd (-1), 6 al Ps (+1), 5 all’Udc (=) e 1 senza partito (=). Il Ppd perde un seggio storico a Nidvaldo, guadagnato dal Plr. Il Ps ottiene un seggio a Zurigo, a spese del Plr o del Pvl (si vedrà al secondo turno).
Il Pvl perde il seggio di Uri, andato al Plr, e in caso di sconfitta del suo candidato zurighese scomparirà del tutto dai banchi della Camera dei cantoni. Legata all’esito di un ballottaggio pure l’esistenza nella piccola Camera del Pbd, anche se il suo unico esponente, il bernese uscente Werner Luginbühl, ha ottenuto un ottimo risultato piazzandosi al primo posto. Molto è tuttavia ancora in gioco, poiché ben 19 seggi saranno attribuiti nei ballottaggi: lo stesso numero di quattro anni fa, quando però erano 13 i cantoni andati al secondo turno.
A livello nazionale l'Udc ha ottenuto una vittoria di proporzioni storiche e insieme al Plr, che avanza ma non stravince, controlla la maggioranza assoluta della camera. A perdere sono tutti gli altri partiti, a cominciare dal Ps. Per il fronte ecologista la sconfitta assume le proporzioni del tracollo: la deputazione verde si riduce di un terzo, quella dei Verdi liberali addirittura della metà.
In sintesi:
A livello di blocchi:
Destra (Udc, Plr, Lega, Mcg) 101/+14
Centro (Ppd, Verdi liberali, Pbd, Pev, Pcs) 44/-8
Sinistra (Ps, Verdi) 55/-6
La formazione di Toni Brunner si ripresenta sul cammino della crescita avviata nel 1995 e conquista 11 seggi, salendo a 65 mandati: nessun partito ha mai potuto contare su una squadra così ampia.
Elezione positiva per il Plr, anche se forse i suoi vertici speravano in qualcosa di più: la formazione conquista 33 seggi (+3). Prosegue per contro il calo dell’altro grande malato storico, il Ppd, accreditato a solo 26 seggi (-2): mai così pochi nella sua storia. Risultato che tarpa le ali a chi accarezza il sogno di un secondo mandato nel governo federale, magari con un esponente ticinese. Esce sconfitto dalla giornata odierna pure il Ps, che lascia sul terreno 3 mandati, scendendo a 43.
A sinistra soffrono ancora di più i Verdi, che perdono 5 mandati scendendo a 10. Sembra un’altra epoca, ma ancora pochi anni or sono il partito avanzava la pretesa di una partecipazione al Consiglio federale, ora del tutto fuori portata. I "cugini" Verdi liberali, grandi vincitori del 2011, si ritrovano con la deputazione quasi dimezzata da 12 a 7 seggi.
Contiene le perdite forse meglio del previsto il Partito borghese democratico: 7 seggi, -2. Per la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf l’aria si fa comunque sempre più rarefatta, visti gli orientamenti generali.
Tirando le somme la virata a destra è più che chiara. I calcoli sono presto fatti: il blocco costituito da Udc, Plr, Lega e Mcg ottiene 101 mandati (+14), il centro (Ppd, Verdi liberali, Pbd, Pev e Pcs) 44 mandati (-8) e la sinistra (PS e Verdi) 55 (-6). A un parlamento dominato da una coalizione di centro sinistra subentra quindi una maggioranza assoluta Udc-Plr: va comunque sempre considerato che gli equilibri in Svizzera sono anche regionali e i deputati hanno spesso sensibilità molto diverse sugli stessi temi.