Argo 1 'investe' il presidente del Ppd

Secondo il procuratore generale John Noseda, che ha analizzato la questione e svolto un interrogatorio di 20 minuti con la funzionaria interessata, non c'è alcuna rilevanza penale. Che probabilmente può esserci dal profilo politico e amministrativo, in particolare per l'opportunità o meno di accettare una piccola regalia.

Il caso della ditta di sorveglianza Argo 1 investe dunque il presidente del Ppd e granconsigliere Fiorenzo Dadò. Il nuovo capitolo, di cui ha dato notizia sabato sera il 'Quotidiano' della 'Rsi', riguarda 150 euro di una fattura di un albergo di Bormio dove Dadò e la sua compagna (responsabile del Servizio richiedenti l’asilo del Cantone) hanno soggiornato per alcuni giorni nel 2014. Hotel consigliato alla funzionaria dal titolare della Argo 1 (i due erano in contatto per motivi professionali e lui, ricordiamo, è stato arrestato la scorsa primavera), prenotato dallo stesso titolare, il quale ha infine fatto stornare dalla fattura 150 euro finiti sul conto della Argo 1.

Una regalia che, dal profilo dell'opportunità, potrebbe inguaiare la funzionaria. Ma non il suo compagno, sostiene lo stesso Dadò intervistato dalla 'Rsi', considerando la propria posizione, almeno in quel frangente, di libero cittadino e non di presidente di partito e granconsigliere. A ogni modo, la fattura dell'hotel l'ha pagata lui e non la sua compagna.

Va tuttavia ricordato che il suo legame con la capo Servizio richiedenti l'asilo lo ha indotto lo scorso marzo – dopo una segnalazione fatta dal deputato Mps Matteo Pronzini – a lasciare la sottocommissione parlamentare d'inchiesta sul caso Argo 1 incaricata di far luce, dal profilo amministrativo e politico, sul mandato diretto milionario deciso dal Dss – coordinato da Paolo Beltraminelli (Ppd) – e finito sotto la lente di Procura e Parlamento. Così facendo Dadò aveva riconosciuto il rischio di un conflitto d'interessi, visto che la sottocommissione mira a far luce anche su ambiti gestiti dal Servizio richiedenti l'asilo.