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La Posta al Governo ticinese: 'No alla moratoria sulle chiusure'

Susanne Ruoff direttrice generale della Posta
(Tatiana Scolari)
11 maggio 2017
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Le email sostituiscono gran parte delle lettere, molti versamenti si fanno online. Cala il lavoro all’ufficio postale: le filiali meno usate vengono chiuse e trasformate in agenzie o si trovano altre soluzioni. In Ticino, soprattutto chi sta in valle si è abituato a ritirare un pacco al negoziato o in farmacia. Ora succederà anche in città. Dai 239 uffici postali nel 2001, siamo scesi agli attuali 112. Entro il 2020 potrebbero rimanerne solo 35. In 3 anni, il 69% degli uffici potrebbe scomparire lasciando il posto a servizi alternativi. Dati non confermati dalla Posta. Dati sul tavolo di discussione tra Posta e governo ticinese. A fine mese ci sarà l’ultimo incontro. Una riorganizzazione mal digerita da cittadini, Comuni e politica, ma inevitabile per la direttrice generale della Posta Susanne Ruoff che abbiamo intervistato a Berna. Alla richiesta del governo ticinese di posticipare a dopo il 2020 l’eventuale chiusura (o trasformazione) dei 45 uffici postali in analisi, la dirigente risponde picche. E ci spiega: «La moratoria non è secondo noi una soluzione, non vogliamo mettere la testa sotto la sabbia per non affrontare la realtà, dobbiamo reagire: la clientela ha cambiato e cambia costantemente le abitudini, la Posta deve adeguarsi il più rapidamente possibile. La rete degli uffici postali genera una perdita di 190 milioni l’anno». E su possibili licenziamenti, la direttrice Ruoff precisa alla Regione: «Non possiamo escludere al 100% licenziamenti, ma è nostra intenzione fare il possibile per evitarne. In Ticino abbiamo 1’700 collaboratori, ed in base alla normale fluttuazione del personale ci saranno pensionamenti. Abbiamo inoltre una grande paletta di offerte interne di impieghi in tutta la Svizzera». La novità? Una borsa degli impieghi per chi è coinvolto nella ristrutturazione della rete postale. «Una piattaforma dove ricercare e trovare nuovi impieghi nella nostra grande azienda», anticipa la direttrice Ruoff che dai suoi collaboratori si aspetta… «mi aspetto da collaboratrici e collaboratori apertura al cambiamento, per orientarci insieme alle nuove sfide che ci attendono e vanno spiegate ai clienti. Non desidero collaboratori che rimpiangono il passato, ma persone che sappiano adeguarsi alle nuove opportunità». Il resto alle pagine 2 e 3 della Regione.   

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