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Addio al 'bustone del Gran Consiglio'

17 luglio 2015
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C’era una volta il ‘bustone del Gran Consiglio’. Arrivava in redazione, per posta, ogni tre-quattro settimane e conteneva messaggi governativi, risposte ad atti parlamentari, gli ordini del giorno delle sessioni a Palazzo e via dicendo. Tutto il necessario per dare il via a un ‘rituale’ che, perlomeno alla ‘Regione’, si ripeteva a ogni riunione di redazione nella quale faceva capolino il ‘bustone’: “Di questo ne abbiamo già parlato, di quello no” si ricordava talvolta passandosi i documenti; “Questa è nuova”, si diceva se saltava fuori, per esempio, qualche risposta intreressante del governo; “andrebbe approfondito” questo o quel tema e via dicendo. Il risultato del ‘rituale’ i lettori hanno potuto leggerlo su queste colonne settimana dopo settimana. C’era una volta il ‘bustone’. C’era fino a stamane, quando in una lettera allegata all’ultimo invio per posta la segreteria del Gran Consiglio ha comunicato che “per ragioni ambientali e di contenimento dei costi, la documentazione” non sarà “più spedita in formato cartaceo”. Niente paura però. Non si tratta di censura. È semplicemente un ulteriore segno dei tempi che mutano. “Vi saranno invece trasmessi a scadenze regolari – si spiega infatti nella missiva – le liste dei nuovi messaggi e atti parlamentari pubblicati sul sito del parlamento, nonché, prima di ogni seduta di Gran Consiglio, l’ordine del giorno e le proposte di attribuzione a commissioni”. Insomma, quanto si riceveva fino a ieri in forma cartacea. E forse anche di più dato che, ricorda alla ‘Regione’ il segretario generale del Gran Consiglio Gionata Buzzini, l’obiettivo a cui si tende è quello di aggiornare le diverse redazioni (e non solo) quasi a cadenza settimanale. E poi la banca dati degli atti parlamentari e governativi (reperibile sul sito www.ti.ch) sarà presto aggiornata, diventando più ‘user friendly’, oltre che più completa. E i deputati? Anche loro riceveranno solo la versione cartacea? Dipende. I novanta, spiega Buzzini, sono stati anch’essi informati via missiva sull’intenzione di procedere solo a invii digitali. Se qualcuno desidererà però continuare a ricevere pure la versione cartacea, potrà richiederla. Già oggi tuttavia i due terzi dei granconsiglieri preferiscono i click alle pagine da sfogliare.

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