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Il valore dell’acqua

Report WWF: 60% del PIL annuo mondiale

Inondazione a York, Inghilterra
(© PA Images / Alamy Stock Photo)
21 ottobre 2023
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Questa settimana è stato presentato il primo rapporto del WWF, che stima il valore annuo dell’acqua e degli ecosistemi d’acqua dolce. L’oro blu, la risorsa più preziosa e sottovalutata del mondo, è al centro di una crescente crisi globale che minaccia la salute umana e planetaria. Il report è stato pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione. “The High Cost of Cheap Water” (L’alto costo dell’acqua a buon mercato) mette in luce una cruda realtà: il valore economico annuale dell’acqua e degli ecosistemi d’acqua dolce è stimato in 58’000 miliardi di dollari, pari al 60% del Prodotto interno lordo (PIL) globale. La crisi idrica minaccia non solo l’economia, ma anche la sicurezza alimentare e la sostenibilità. Inoltre, gli ecosistemi d’acqua dolce del mondo sono in una spirale negativa, che mette sempre più a rischio questi valori. Per esperti ed economisti che hanno lavorato a questo documento è chiara una cosa: senza acqua non possiamo coltivare il cibo che ci serve. Per questo semplice ma fondamentale motivo o puntiamo alla salvaguardia del cosiddetto “oro blu” oppure si rischia di compromettere l’approvvigionamento degli esseri umani nei prossimi decenni.

Crisi idrica

Dal 1970, il mondo ha perso un terzo delle zone umide rimaste, mentre le popolazioni di fauna selvatica d’acqua dolce sono diminuite in media dell’83%. Questa tendenza disastrosa ha contribuito a far sì che un numero crescente di persone si trovi ad affrontare la carenza d’acqua e l’insicurezza alimentare a causa del prosciugamento di fiumi e laghi, dell’aumento dell’inquinamento e della diminuzione delle fonti di cibo, come la pesca d’acqua dolce. Sta inoltre esacerbando le pressioni economiche e minando gli sforzi globali per invertire la perdita di biodiversità e migliorare l’adattamento al peggioramento delle condizioni dovute al cambiamento climatico, dalle devastanti siccità e inondazioni estreme all’innalzamento del livello del mare. Il rapporto rileva che i benefici economici diretti, come il consumo di acqua per le famiglie, l’agricoltura irrigua e le industrie, ammontano ad almeno 7,5 trilioni di dollari all’anno. Inoltre, stima che i benefici invisibili – che comprendono la purificazione dell’acqua, il miglioramento della salute del suolo, l’immagazzinamento del carbonio e la protezione delle comunità da inondazioni e siccità estreme – siano sette volte superiori, pari a circa 50’000 miliardi di dollari all’anno. Ma insieme alla cattiva gestione delle risorse idriche, la distruzione degli ecosistemi d’acqua dolce ha lasciato miliardi di persone in tutto il mondo senza accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, mentre i rischi per le imprese e le economie sono in aumento. Entro il 2050, circa il 46% del PIL mondiale potrebbe provenire da aree ad alto rischio idrico, rispetto all’attuale 10%.

Ripristinare i fiumi

Il degrado di fiumi, laghi, zone umide e falde acquifere minaccia tutti i valori positivi che una buona gestione dell’acqua implicherebbe. Inoltre, va a compromettere l’azione sul clima e sulla natura e i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. L’estrazione di quantità insostenibili di acqua, le sovvenzioni dannose, le alterazioni dei flussi fluviali, l’inquinamento e gli impatti legati al cambiamento climatico stanno mettendo in pericolo gli ecosistemi di acqua dolce. È sorprendente che due terzi dei maggiori fiumi del mondo non siano più liberi di scorrere, mentre le zone umide continuano a perdere terreno tre volte più velocemente delle foreste.

Per affrontare la crisi idrica globale, il WWF invita i governi, le imprese e le istituzioni finanziarie ad aumentare urgentemente gli investimenti in infrastrutture chiave. Tuttavia, rimane un pensiero obsoleto e che non risolverà la crisi idrica la concentrazione degli sforzi esclusivamente sulla costruzione degli impianti ignorando la fonte del problema: fiumi, laghi, zone umide e falde acquifere degradate nell’era degli sconvolgimenti climatici.

La chiave sta infatti nell’investire nell’attuale perdita di ecosistemi d’acqua dolce. I governi, ad esempio, dovrebbero aderire alla Freshwater Challenge – un’iniziativa guidata dai Paesi – che mira a ripristinare 300’000 km di fiumi degradati e 350 milioni di ettari di zone umide degradate a livello globale entro il 2030 e a proteggere gli ecosistemi d’acqua dolce. Nel frattempo, le imprese devono trasformare il loro approccio all’acqua e intensificare l’azione collettiva per costruire bacini fluviali più resilienti. Solo in questo modo si potrà frenare la crisi idrica e proteggere milioni di vite che rischiano di non avere accesso ad acqua potabile.

Investire negli ecosistemi d’acqua dolce

“L’acqua e gli ecosistemi d’acqua dolce non sono solo fondamentali per le nostre economie, ma sono anche la linfa vitale del nostro pianeta e del nostro futuro”, ha dichiarato Stuart Orr, responsabile globale del WWF per l’acqua dolce. “Dobbiamo ricordarci che l’acqua non viene dal rubinetto, ma dalla natura. L’acqua per tutti dipende dalla salute degli ecosistemi d’acqua dolce, che sono anche il fondamento della sicurezza alimentare, gli hotspot della biodiversità e il miglior cuscinetto e assicurazione contro l’intensificarsi degli impatti climatici. Invertire la perdita di ecosistemi aprirà la strada a un futuro più resiliente, positivo per la natura e sostenibile per tutti”, ha concluso Stuart Orr. “L’acqua è una delle pietre miliari su cui si regge il nostro futuro comune”, ha dichiarato Kirsten Schuijt, direttrice generale del WWF Internazionale. “Il rapporto del WWF rivela l’incredibile valore di fondo dell’acqua e dei suoi ecosistemi per l’economia e l’ambiente globali. Fiumi, laghi e zone umide sani sono essenziali per la sicurezza idrica e alimentare, per adattarsi ai cambiamenti climatici e per sostenere la biodiversità, ma forniscono anche valori culturali e spirituali inestimabili che sono vitali per il benessere delle persone in tutto il mondo. È tempo che i governi, le imprese e le istituzioni finanziarie investano nella protezione e nel ripristino dei nostri ecosistemi d’acqua dolce per garantire un futuro in cui l’acqua scorra in abbondanza per tutti”, ha aggiunto Schuijt. Cerchiamo di sprecare meno acqua e di puntare ad avere leggi e progetti per il ripristino dei fiumi.

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