Svizzera

Il futuro della Confederazione non spaventa, quello del mondo sì

I risultati dello studio ‘Sicurezza 2024’ mostrano che gli elvetici si sentono al sicuro in patria ma sono pessimisti per la situazione politica mondiale

Gli svizzeri non sono molto ottimisti per quel che concerne la situazione politica mondiale. Sono invece molto fiduciosi per il futuro della Svizzera. Lo indicano i risultati dello studio "Sicurezza 2024" eseguito dall'Accademia militare (Acmil) e dal Center for security studies, due istituti attivi in seno al Politecnico federale di Zurigo.

Lo studio – realizzato fra il 3 e il 22 gennaio su un campione di 1’223 persone aventi diritto al voto, 51 delle quali in Ticino – evidenzia anche che la popolazione desidera un esercito pronto all'impiego. I consensi per un avvicinamento alla Nato sono inoltre superiori alla media, mentre restano una piccola minoranza coloro che chiedono l'adesione all'Ur.

Il futuro, come lo vedono gli svizzeri

Nel dettaglio, per quanto concerne la situazione politica mondiale, solo il 18% delle persone interrogate guarda con ottimismo al futuro. Tale valore – in calo di sei punti rispetto alla rilevazione del 2023 – è il più basso da quando viene posta questa domanda (2015). Lo studio spiega il risultato con la guerra in Ucraina e quella israelo-palestinese.

Il futuro della Svizzera è invece visto con ottimismo dal 79% dei partecipanti al sondaggio, un dato statisticamente immutato dal giugno 2022. Il 92% dichiara inoltre di sentirsi "sicuro" in generale. Un valore in leggero calo rispetto a gennaio 2023 (-2 punti).

Gli svizzeri hanno anche una elevata fiducia nelle istituzioni. Anche se i dati rilevati in gennaio non arrivano ai livelli degli anni precedenti, Consiglio federale e Parlamento godono ancora di grande fiducia, con valori superiori alla media nel confronto sul lungo periodo.

Politica estera

Per quel che concerne la politica estera, una netta maggioranza rimane favorevole all'intensificazione della cooperazione economica con l'Unione europea (76%), all'impegno della Svizzera in seno all'Onu (impegno attivo a favore degli affari dell'Onu: 60%; truppe di pace dell'Onu svizzere: 59%) e a un maggior impegno della Confederazione nella mediazione di conflitti (76%). Il 52% (2023: 55%) è inoltre favorevole a un avvicinamento alla Nato.

Chi dice collaborazione non dice però adesione: come in tutti i sondaggi svolti dall'inizio del millennio, né l'adesione all'Ue (17%) né l'adesione alla Nato (30%) godono del sostegno della maggioranza.

L'aiuto allo sviluppo continua da parte sua a essere sostenuto dalla maggioranza dei cittadini (58%), anche se con meno entusiasmo (il calo è di 7 punti). Rimangono tuttavia una minoranza coloro che sostengono l'affermazione secondo cui "la Svizzera dovrebbe fare affidamento solo sulla propria difesa nazionale": sono il 39%, in crescita però di 6 punti.

Neutralità

Fa quasi l'unanimità, invece, il principio di neutralità: è sostenuto dal 91% degli interrogati, un valore invariato. Per contro, è nettamente calato il consenso per la "neutralità differenziale" (chiara posizione in caso di conflitti politici all'estero, neutralità in caso di conflitti militari): solo il 51% la sostiene (-6 punti).

Lo studio ha anche posto delle domande in merito alle sanzioni pronunciate contro la Russia in seguito all'invasione dell'Ucraina. Rispetto ai mesi di giugno 2022 e gennaio 2023, si registra un significativo cambiamento d'opinione. La maggioranza rimane convinta che le sanzioni adottate siano corrette (69%) e compatibili con la neutralità (64%), ma il tasso di approvazione è nettamente calato (-6 punti in entrambi i casi). Il 41% degli interrogati (+7 punti) è poi del parere che, a causa delle sanzioni, la Confederazione non possa più offrire i suoi buoni servizi.

Esercito

Per quel che concerne le forze armate elvetiche, il 92% (+3 punti) desidera un esercito "molto ben istruito", il 79% (+3 punti) uno "completamente equipaggiato". Quasi la metà degli interrogati (48%, +5) ritiene che l'esercito sia una istituzione centrale della società svizzera. Parallelamente è diminuita la percentuale favorevole a un'abolizione dell'obbligo di prestare servizio (31%, -4).

Capitolo investimenti, una maggioranza relativa (45%) è poi del parere che la Svizzera spenda "il giusto" per la difesa. Coloro che ritengono che si spenda "troppo poco" sono solo il 20% (+6 punti).

Da parte loro, i compiti più importanti delle forze armate agli occhi dei cittadini restano l'aiuto in caso di catastrofe in Svizzera e la difesa del nostro Paese in caso di guerra.

Secondo una netta maggioranza (81%), in futuro la difesa dai ciberattacchi sarà un compito sempre più importante dell'esercito. Con percentuali poco sopra il 60%, si ritiene che aumenterà anche l'impedimento di atti terroristici, l'appoggio alle guardie di confine civili in caso di grandi flussi di rifugiati e l'aiuto in caso di catastrofe in Svizzera.

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