Hockey

Sbisa, un difensore su cui si può contare

Nemmeno una costola rotta lo ha fermato. E forse proprio questa sua caparbietà potrebbe valergli un nuovo contratto in Nhl

Un difensore di carattere (Keystone)
23 aprile 2020
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 Luca Sbisa non è un usurpatore, altrimenti non avrebbe 580 partite nel miglior campionato del mondo. È un difensore sicuro di sé, che gioca duro, blocca i tiri e vince i duelli. Ma la sua carriera si è fermata durante la sua stagione migliore. Nel 2017 aveva poi intrapreso la strada della nuova franchigia dei Vegas Golden Knights, e con la nuova maglia aveva brillato, cosa che gli aveva spianato il terreno verso un contratto ancora più vantaggioso. Ma poi il suo cammino verso orizzonti più gloriosi e remunerati è stato interrotto da un infortunio. Certo, è tornato in squadra al momento dei playoff dopo una lunga pausa, ritrovando una squadra che fra la sorpresa generale stava per raggiungere la finale. Alla fine, però, la collaborazione con i Golden Knights è stata interrotta. E Sbisa ha dovuto attendere a lungo prima di ottenere un contratto di un anno, con i New York Islanders a poco dall'inizio della nuova stagione. Dove, tuttavia, non ha mai avuto la sua occasione: nella Grande Mela, Sbisa era solo una buona polizza assicurativa nel caso in cui un altro difensore si fosse infortunato: durante la stagione 2018/19 l'ora 30enne ha calcato solo nove volte la ribalta della Nhl.

La frustrazione era grande, ma Sbisa non si è mai lamentat: «Non ho mai detto nulla, ho sempre cercato di dare il meglio di me stesso in allenamento», racconta. Nel debriefing post-stagione, è stato elogiato per il suo comportamento molto professionale. In quell'occasione la direzione degli Islanders gli aveva ha assicurato di volerlo tenere. Ma, non vedendo davanti a sé molte prospettive, e a quel punto Sbisa già meditando il suo ritorno in Svizzera.

Una giornata pazzesca

Alla fine di ottobre però, quando la stagione era già in pieno svolgimento, il vento per lui ha preso a soffiare nella direzione giusta. In primo luogo con il contratto di un anno messogli sul piatto dagli Anaheim Ducks. Tuttavia, il direttore generale Bob Murray aveva spiegato a Sbisa che, nonostante l'accordo stagionale, sarebbe stato girato al farmteam di Ahl dei San Diego Gulls. È con questo spirito che Sbisa è volato a New York per poi imbarcarsi alla volta di Los Angeles.

Dopo una notte a Newport Beach, dove Sbisa possiede una casa, è stato prelevato alle 6 del mattino per andare a San Diego. Incontati brevemente gli allenatori, è stato portato a fare gli esami medici a 30 minuti dalla pista di pattinaggio. È stato allora che il telefono ha squillato. Sbisa ha così appreso che i Winnipeg Jets lo avevano selezionato dalla rosa dei giocatori disponibili. È tornato subito alla pista di pattinaggio per prendere la sua roba, e da lì al parcheggio poi al parcheggio, dove ha preso un taxi con destinazione Newport Beach. Il volo per Winnipeg via Minneapolis era previsto alle 12.30: Sbisa ha ingannato l'attea giocando a golf. E quando per la prima volta nella sua vita ha realizzato una 'hole in one'ha pensato: «Questo è stato un segno del destino». Il resto è storia: per tutta la stagione Sbisa ha poi portato la maglia dei Jets, collezionando 44 presenze.

Meno 40 gradi in inverno...

Il trasferimento a Winnipeg si è rivelato un colpo di fortuna per Sbisa. Ha guadagnato rapidamente la fiducia degli allenatori, che lo hanno impiegato per una media di 18 minuti a partita. «Ho cercato di fare del mio meglio, visto che per un anno ho a malapena giocato - specifica Sbisa -. Molte persone non credevano più in me. Sapevo che tutto ciò di cui avevo bisogno era una possibilità». Lui e la sua famiglia si sono goduti la loro nuova vita nella metropoli canadese anche se la temperatura è scesa a meno 40 gradi! «Winnipeg ha una cattiva reputazione nella lega come città dell'hockey e come sede di hockey. Ma siamo stati davvero sorpresi positivamente. Perché fa freddo, e il sole splende generosamente».

Dopo lo stop al campinato di Nhl, Sbisa è rimasto a Winnipeg: «Ci sentiamo davvero bene qui». Fino alla settimana scorsa, il suo compagno di squadra Blake Wheeler viveva proprio accanto a lui: «Fin dal primo giorno siamo entrati in ottima sintonia, diventando migliori amici. Mi ha mostrato tutto in città e mi ha aiutato». Il suo contratto con i Winnipeg Jets scade però a fine stagione, e di trattative per il futuro finora non ce ne sono state: «Andrà tutto bene», rassicura. In stagione non si è del resto risparmiato, giocando anche con una costola fratturata. Sebbene faticasse a respirare, Sbisa si è fatto praticare un'infiltrazione e poi è sceso in pista: voleva dimostrare il suo valore sul ghiaccio. «Non è stato molto divertente», ammette.

A metà febbraio in una partita contro i Chicago Blackhawks, Sbisa ha nuvamente rotto la stessa costola, ma in un posto diverso. Questa volta lo staff medico della squadra gli ha messo il veto al suo ritorno in pista. La stagione di Sbisa si  così archiviata con 44 presenze uffficiali: «Giocare nonostante una costola rotta probabilmente mi ha salvato. Penso che questo dovrebbe contribuire a fruttarmi un nuovo contratto. Se non qui, da qualche altra parte».


 

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