Basket

Lo strapotere dell'Elfic e il livore di Kovac

Le friborghesi continuano a dominare, mentre il capitano della Nazionale incappa in una caduta di stile

Due notizie da Friborgo, tanto per cambiare, ma stavolta non riguardano l’Olympic, almeno in maniera diretta. La prima è il sesto titolo consecutivo vinto dall’Elfic, la seconda è l’esternazione di Roberto Kovac rilasciata alla nostra televisione nazionale.
L’Elfic ha vinto gara 5 con il punteggio di 92-48. Se qualcuno ha creduto che il Nyon potesse vincere, allora significa che non ha mai visto la squadra friborghese. Già al suo debutto stagionale, a Riva, si era vista la grande differenza fra le burgunde e le altre, non solo perché le momò erano fresche di promozione, ma proprio perché si è capito subito che contro di loro non ci sarebbe stata storia. Se andiamo alle statistiche, l’unica nella quale l’Elfic non è la prima è quella delle palle perse, ovviamente come nota di merito e non di demerito. Per tutto il resto abbiamo la Fogg a dominare l’area e la Quadashah e le compagne distribuite nelle altre classifiche.

È mia convinzione che le friborghesi fossero stufe dopo cinque scudetti vinti in campo avversario, vista la sequenza due in casa, due fuori e bella in casa, senza avere la cornice di pubblico che si conviene a chi vince un titolo – meglio sarebbe dire il famoso triplete – dopo la SB Cup e la Coppa Svizzera, alle quali va comunque aggiunta anche la Supercoppa, che vale solo per chi la vince. Infatti il risultato finale con 44 punti di scarto ci dice ampiamente che le due sconfitte di Nyon siano stato costruite ad hoc per fare festa in casa.

Bello segnalare che almeno una ticinese abbia conquistato tutta quell’abbondanza di successi. Infatti Vicky Ranisavljeic, ex Riva, ha fatto la sua bella parte in questa prima stagione: ha chiuso la prima fase con una media di 24 minuti a gara e con il 64% da 2, il 29% da 3 e il 71% nei liberi, con una media di 3 rimbalzi e 12 punti a gara, mentre nei playoff ha totalizzato una media di 17 minuti a gara e 7 punti. Insomma, una stagione da protagonista, se si pensa alla concorrenza nel settore guardie e play di straniere come Quadashah e Destiny. E se a inizio anno la giovane ventilava la possibilità di un ritorno sulle rive del Ceresio, crediamo che oggi le sue scelte siano fatte in un’altra direzione.

In un’intervista rilasciata a Rts Sport, Roberto Kovac ha mostrato tutto il suo livore nei confronti del coach Gubitosa e del presidente della Spinelli Fabio Regazzi con un atteggiamento e con parole che ci hanno lasciato sconcertati. «L’ideale sarebbe diventare campione in casa Sam, così da poter stappare lo champagne davanti a Gubitosa e al presidente della Spinelli», ha detto Kovac, che ha poi rincarato la dose dicendo: «Non mi era piaciuto vincere il titolo lo scorso anno ed essere stato Mvp della finale senza che ci fosse Gubitosa dall’altra parte, perché volevo dargli il premio e ringraziarlo».
È un dato di fatto che, quando nel gennaio dello scorso anno, Gubitosa aveva deciso di mandar via dalla squadra Kovac per questioni di relazioni insostenibili all’interno della squadra, le reazioni non erano state per nulla cordiali. Va però detto che la Sam, che poteva anche tenersi Kovac in panchina per il resto della stagione, l’ha lasciato andare a Friborgo, dove Roberto ha poi vinto il titolo. Questo malanimo e questa acredine non pensiamo siano atteggiamenti che un giocatore, fra l'altro capitano della Nazionale, possa permettersi: le sue convinzioni, il suo astio, devono essere strettamente personali e non creare problemi né a se stesso né alla sua squadra, né tantomeno devono destabilizzare un intero ambiente.
Nello sport, al di là delle sfide sul campo, non bisogna essere amici per forza, ma certamente occorre avere rispetto degli avversari.

Una caduta di stile che mal si accompagna a una sfida fra le migliori del campionato, e per quanto si potrebbe trascinare anche al di fuori del campo. Non basta dire, citiamo: «Siamo due persone con un grosso ego, dunque sono sicuro che lui provi le stesse sensazioni. In ogni caso non voglio solo battere Massagno, voglio distruggerlo».
Come biglietto da visita per gara 3 di sabato è certamente un bel modo per andare in campo con la mente sgombra e pronto a dare tutto. Cosa faranno le due società e la Federazione stessa, davanti a questo fatto che riteniamo assurdo e controproducente? Speriamo di saperlo presto.

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