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Triumph Daytona 660: sportività versatile

7 maggio 2024
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Siamo ad Alicante, Spagna, per la presentazione della nuova Triumph Daytona 660, la casa motociclistica inglese mette sul piatto un nome importante per una nuova sportiva stradale a misura d’uomo.

L’obiettivo dei tecnici Triumph era di creare una moto dallo stile sportivo, agile, dinamica, ergonomicamente comoda e con un elevato standard di qualità/prezzo.

In casa hanno avuto il privilegio di partire dal loro pezzo forte, unico della categoria: il motore a tre cilindri Triumph è capace di armonizzare coppia e allungo enfatizzando il piacere di guida.

Riassumiamo i punti essenziali della Triumph Daytona 660:

- Motore a tre cilindri da 95 cavalli, 69 Nm di coppia e dato interessante: 80% della coppia disponibile da 3’100-11’750 giri motore,

- Frizione antisaltellamento,

- Display TFT colori compatibile con il sistema di connettivita My Triumph, gestibile attraverso i blocchetti sul manubrio,

- Acceleratore ride-by-wire e tre mappe (Sport, Road, Rain),

- Traction control disattivabile,

- ABS,

-Costi di gestione contenuti.

La nostra curiosità prima di partire per il test, era quella di scoprire il concetto di “sportiva stradale” comunicato dalla Triumph. Negli ultimi anni abbiamo apprezzato le supersportive di ultima generazione soprattutto in circuito, moto dalle prestazioni estreme, impossibili da sfruttare in strada. Ci chiedevamo se la posizione di guida fosse troppo caricata sulle braccia, se la nuova Daytona ci portasse a spasso con un buon comfort e soprattutto se fosse capace di divertire nella guida.

Le strade che ci hanno regalato le emozioni di provare la nuova nata sono state piuttosto variegate, siamo passati dalla città alle strade extraurbane apprezzando infine i tracciati tortuosi con un’infinità di tipologie di curve in salita e in discesa. Anche il fondo stradale era molto diverso, in base ai luoghi che abbiamo percorso ci siamo confrontati con delle zone con una buona aderenza e altri punti dove l’asfalto aveva veramente poco grip.

Eccoci, abbiamo effettuato il test in luoghi incantevoli e, dopo 200 km in sella, possiamo sostenere di aver capito il concetto: la Daytona 660 ha una postura veramente azzeccata (siamo alti 175 cm), non stanca le braccia, i semimanubri hanno una larghezza ottimale, la sella è larga e ben imbottita, le pedane, quando serve, si prestano a spingere su di esse per controllare la moto.

Le sospensioni hanno una taratura confortevole ma non sono cedevoli, nel senso che i trasferimenti di carico sono ben controllati.

La connessione del gas risulta molto precisa, il Traction control si adatta in base al riding mode e, nei punti scivolosi interveniva in maniera puntuale, in un paio di occasioni ci ha veramente aiutati a gestire la perdita di aderenza della ruota posteriore.

Il piatto forte è il motore, entusiasmante, fluidissimo e con un sound inconfondibile.

Nelle prime tre marce ha un’accelerazione poderosa, da prima di categoria.

Il 3 cilindri di Hinckley comincia a spingere a 2’000 giri, non mette in difficoltà nemmeno quando viene portato vicino alla zona rossa del contagiri. Accelera sempre con una coppia regolarissima, di conseguenza, oltre ad avere un buon rendimento in uscita di curva, il pilota si sente sempre a proprio agio perché la risposta è intuitiva e costante.

Abbiamo apprezzato una moto leggera e maneggevole nei cambi di direzione, in entrata di curva si lascia condurre con poco sforzo. Si adatta a vari stili di guida, però, quando si raggiungono dei marcati angoli di piega, la moto ha bisogno di essere aiutata a scendere di più per chiudere le curve, di conseguenza, dovevamo aspettare un attimino ad aprire il gas.

Sottoponiamo la nostra sensazione ai tecnici Triumph: decidiamo con loro di aumentare il precarico dell’ammortizzatore posteriore.

Ci teniamo a precisare che l’intervento non è mirato a indurire la sospensione, ma vogliamo sentire se cambia la sensazione a centro curva.

Ripartiamo, dopo la modifica constatiamo che riusciamo a portare prima la moto dove vogliamo a centro curva e, soprattutto, dove l’asfalto ha un buon grip, goderci appieno il motore in accelerazione.

Anche se più caricato, l’ammortizzatore risulta ancora ben controllato nel ritorno, la Daytona mantiene ancora bene la linea anche sullo sconnesso.

La nuova Daytona è una moto sportiva a misura d’uomo, ben gestibile e sfruttabile anche nelle manovre a bassa velocità.

Si può avere anche in versione da 35 kw per i neopatentati, la nuova Daytona 660 è equilibrata nella ciclistica, ha un motore gestibile e poderoso al tempo stesso. Dopo quanto abbiamo constatato durante la prova possiamo consigliarla alle persone che la devono bloccare a 35 kw e, dopo due anni di pratica, la possono sbloccare e utilizzarla come è stata concepita, nel pieno del suo concetto di sportiva stradale.

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