medio oriente

Morta la bimba nata dalla mamma uccisa a Gaza

La piccola Sabreen, inizialmente salvata con un cesareo d’urgenza, non ce l'ha fatta, sepolta accanto ai genitori a Rafah

La piccola Sabreen nell’incubatrice
(Keystone)
26 aprile 2024
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È nata con un cesareo d'urgenza praticato alla madre morta sotto le bombe a Rafah, fragile prematura di un chilo e quattrocento grammi fotografata con i suoi capelli neri e una manina fasciata nell'incubatrice dell'Emirati hospital di Gaza. La speranza per Sabreen, tirata fuori dal ventre materno senza vita domenica notte, rianimata nel caos di feriti e sangue, è durata meno di cinque giorni.

La piccola si è spenta giovedì nel reparto di terapia intensiva neonatale dove era ricoverata in condizioni critiche per gravi difficoltà respiratorie: i suoi polmoni non erano ancora maturi per respirare. "Questa bambina avrebbe dovuto essere nel grembo della madre, ma è stata privata di questo diritto", ha detto dopo la nascita il dottor Mohammed Salama, responsabile dell'unità neonatale d'emergenza dell'Emirati hospital di Rafah. I parenti l'hanno seppellita accanto al padre e alla madre, di cui ha preso il nome.

L’attacco fatale

La notte di domenica, poco prima di mezzanotte, la famiglia al-Sakani dormiva nell'appartamento di un complesso residenziale della città meridionale della Striscia quando due attacchi israeliani hanno colpito l'edificio. In casa c'erano la madre, anche lei di nome Sabreen, incinta di 30 settimane, il marito Shukri e la figlia di tre anni Malak. La donna è rimasta gravemente ferita, il marito e Malak sono rimasti uccisi sul colpo. Ma la bambina era ancora viva nel grembo quando sono arrivati i soccorritori.

"Eravamo legati a questa bambina in modo incredibile", ha detto lo zio della piccola, Rami al-Sheikh, parlando vicino alla tomba di Sabreen in un cimitero di Rafah. "Dio ci ha tolto qualcosa, ma ci aveva dato qualche altra cosa in cambio. Ora li ha presi tutti. La famiglia di mio fratello è stata completamente cancellata. Non c'è più traccia di lui".

Israele: cercavamo combattenti

L'esercito israeliano ha dichiarato che l'obiettivo erano combattenti e infrastrutture di Hamas, non i civili. Sabreen è tra i 16 bambini rimasti uccisi nei due attacchi aerei a Rafah lo scorso fine settimana. Erano tutti nello stesso complesso residenziale dove vivevano. Quella notte stavano dormendo, non hanno avuto il tempo di svegliarsi per il rumore delle bombe.

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