italia

Il Pnrr è legge, i pro vita potranno entrare nei consultori

Passa con la fiducia e tra le polemiche, soprattutto per il caso antiabortisti. Il senatore Spagnolli: come mettere degli anti-vax in un centro vaccinale

Manifestazione dei pro vita a Roma
(Keystone)
23 aprile 2024
|

Tra mille polemiche e una maggioranza sempre più lontana dall'opposizione, passa al Senato con 95 sì, 68 no e un astenuto il decreto che contiene misure aggiuntive per l'applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il provvedimento, che aveva già ricevuto il via libera dalla Camera il 18 aprile, diventa così legge.

Scontro in aula

Ma lo scontro in Aula è aspro soprattutto su alcune misure come quella che consente alle associazioni Pro-Vita di entrare a pieno titolo nell'organizzazione dei Consultori. Per le senatrici Valeria Valente (Pd) e Alessandra Maiorino (M5S) si tratta, in realtà, di un "attacco bello e buono" alla legge e di "una mano tesa" agli "antiabortisti". E questo, incalza Tino Magni (Avs), "nella convinzione patriarcale che le donne non siano capaci di scegliere liberamente, che non siano capaci di autodeterminarsi". Ma a far discutere c‘è anche la norma che dà lo stipendio a Renato Brunetta - già professore in pensione, ex ministro ed ex parlamentare - da presidente del Cnel.

Gli interventi più duri su questo fronte sono quelli di Alessandra Maiorino e di Matteo Renzi, anche se quest'ultimo, alla fine, non vota, così come il leader di Azione, Carlo Calenda. Secondo la senatrice del M5S si tratta di "una ricompensa" data a Brunetta per "aver smontato", come Cnel, "il reddito di cittadinanza". Mentre il fondatore di Italia Viva parla direttamente di "marchettificio" visto che con questo decreto non solo "si viola la legge Madia" per garantire lo stipendio al presidente del Cnel "con i soldi dei nostri figli", "ma si prevedono anche molte assunzioni" che nulla c'entrano con il testo.

Favorevoli

Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, prova in tutti i modi a difendere il decreto in Aula assicurando che si tratta di un testo sul quale "c’è già stato un ampio confronto in Europa", che contiene "misure" adeguate e che "non toglie 1 euro alla sanità", ma l'opposizione continua ad attaccare "soprattutto sui tempi" ristrettissimi che al Senato sono stati concessi per esaminare il provvedimento.

Nel Senato, dove nel frattempo si apprende che il 6 maggio arriverà la statua sulla maternità dell'artista Vera Omodeo, che il Comune di Milano aveva rifiutato, il dibattito non si placa fino al momento del voto. Il presidente dell'Udc Antonio De Poli difende la norma sui consultori osservando come non sia "un reato aiutare le donne a scegliere la Vita".

Contrari

"La norma per portare nei consultori esponenti della galassia anti-abortista è solo l'ultimo tassello del disegno della destra per avvicinare l'Italia a paesi come l'Ungheria di Orban". Lo ha detto il senatore e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, Luigi Spagnolli. "Un disegno - ha aggiunto - che parte dal tentativo di recidere le radici antifasciste delle nostre Istituzioni, che passa dall'intolleranza verso il pluralismo e la libertà di stampa e che si conclude attaccando i diritti delle persone. Portare nei consultori le associazioni anti-abortiste, costituite da persone discutibili, è come portare in un centro vaccinale rappresentanti del mondo no-vax".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔