Estero

Florida, l'FBI ammette 'Non abbiamo agito'

Il Bureau era stato avverto in merito ai 'comportamenti preoccupati' dell'autore della strage di Parkland. Chieste le dimissioni del direttore FBI

Keystone
16 febbraio 2018
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L’Fbi ammette che il protocollo non è stato seguito nella sua interezza dopo indicazioni ricevute lo scorso 5 gennaio su Nikolas Cruz, l’autore della strage nella scuola di Parkland, in Florida, che sottolineavano comportamenti preoccupanti. Lo sottolinea lo stesso Bureau federale in una nota che comprende un commento del Christopher Wray che esprime rammarico "per l’ulteriore dolore che ciò ha provocato in coloro coinvolti in questa orribile tragedia".

È la stessa agenzia ad ammettere di non aver fatto nulla, non solo dopo la segnalazione già nota del blogger che lo scorso settembre avvertì gli agenti del commento in cui Cruz sosteneva: "Diventerò il più grande massacratore nelle scuole". Ma neppure quando, il 5 gennaio, una persona vicina al giovane contattò l’agenzia per segnalare comportamenti preoccupanti.

L’Fbi riconosce così che in quest’ultima circostanza il protocollo non è stato seguito nella sua interezza: "Le informazioni fornite avrebbero dovuto essere valutate come una potenziale minaccia vitale", si legge nella nota, dove il direttore Christopher Wray esprime rammarico "per l’ulteriore dolore che ciò ha provocato in coloro che sono rimasti coinvolti in questa orribile tragedia", spiegando di stare "ancora indagando sui fatti".

Stando a quanto riferisce il Bureau, le indicazioni ricevute su Cruz avvertivano che il giovane potesse "potenzialmente condurre una sparatoria a scuola", sulla base del fatto che aveva manifestato "desiderio di uccidere, comportamenti sopra le righe e postato messaggi inquietanti sui social media". Informazioni che l’agenzia avrebbe dovuto analizzare e trasmettere all’ufficio competente. "Abbiamo stabilito che questo protocollo non è stato seguito – si legge ancora – le informazioni non furono inviate all’ufficio di Miami e all’epoca non furono condotte ulteriori indagini".

Ed emergono sempre più dettagli sul killer. Secondo la Abc Cruz, che ha confessato di essere l’autore della sparatoria, ha detto agli investigatori che sono state voci nella sua testa, descritte come "demoni", a dargli istruzioni su cosa fare per portare a termine il massacro.

Intanto, il presidente Usa Donald Trump vola a Parkland, come ha annunciato lui stesso su Twitter. "Parto oggi per la Florida per incontrare alcune delle persone più coraggiose sulla Terra", ha scritto, senza fornire ulteriori dettagli sull’incontro con i sopravvissuti. "Sto anche lavorando con il Congresso su più fronti", ha aggiunto. L’arrivo di Trump però non è stato apprezzato dal vice sindaco della contea di Broward, Mark Bogen, che con la Cnn ha definito la visita "assurda": "E’ un ipocrita".

Il governatore chiede le dimissioni del direttore dell'FBI

Il governatore della Florida, Rick Scott, ha chiesto le dimissioni del direttore dell’Fbi, Christopher Wray, in seguito all’ammissione del Bureau di non aver agito dopo gli avvertimenti sul conto del killer del liceo di Parkland.

L’Fbi ha riconosciuto di non aver fatto nulla quando il 5 gennaio una persona vicina all’autore della strage, Nikolas Cruz, la contattò per segnalare comportamenti preoccupanti.

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