Ticino

Cassa pensione, risanamento 'rallentato'

Ipct: per Esecutivo e partiti di governo non vi sono oggi, causa la crisi economica, le condizioni per un rapporto condiviso tra le forze politiche

11 novembre 2020
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Lungo incontro stasera, cominciato alle 18 si è concluso verso le 20.30, tra Consiglio di Stato, presidenti e capigruppo dei partiti di governo. Situazione finanziaria, sanitaria (leggi pandemia) e politica al centro della riunione. Si è - fra l'altro - preso atto del fatto che oggi, dati i tempi economicamente difficili e alla luce del pesante disavanzo dei conti pubblici previsto nell'immediato, non vi sono le condizioni per arrivare in Gran Consiglio con un rapporto condiviso tra le forze politiche sul messaggio governativo riguardante il risanamento dell’Ipct, l'Istituto di previdenza del Cantone Ticino (ex Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato). Si vuole anche evitare un eventuale referendum. L'evasione del dossier viene quindi 'rallentata'. Ricordiamo che l’Istituto di previdenza ha chiesto nei mesi scorsi di potersi indebitare per un importo di 500 milioni di franchi, con interessi a carico del Cantone.  Afferma il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, da noi contattato al termine dell'incontro: «L'intento è di coordinare l'azione tra governo e parlamento per gestire al meglio questo momento di incertezza. Sono pendenti iniziative e proposte concernenti più ambiti (socialità, fisco eccetera) che potrebbero incidere sui conti pubblici in maniera anche importante. C'è stato pertanto anche un richiamo alla prudenza, data la situazione. Ci incontreremo nuovamente a dicembre».  

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